LA VERA VITA DA CHEF
La vera vita da Chef
NEL CUORE DI QUESTO DURO LAVORO
“Dove vi è la passione, la fatica non sussiste“. Voglio aprire con una frase così quanto sto per scrivere proprio perché oggi vogliamo trattare un tema che ci riguarda molto da vicino.
Ovviamente, facendo dovuta premessa, la nostra situazione per fortuna è un tantino differente; ma non è di certo questo il punto, vogliamo trattare oggi questo argomento totalmente a occhio esterno, la vera vita da chef.
Uno tra gli stili di vita più difficili e bizzarri raccontato da occhi esterni, appunto. La vita da Chef, una vita divisa tra impegni, sacrificio e rinunce di ogni genere.
Cresciamo con delle idee ben precise nella testa, degli obiettivi, delle ambizioni particolari. E’ vero, non sempre abbiamo chiaro in mente cosa ci piacerebbe fare e realizzare un giorno nella nostra vita.
Alcuni però pare che abbiano quel disegno stampato nella mente già in età adolescenziale, se non anche prima. Può sembrare assurdo ma è così.
Pare che sia proprio quella passione a scegliere noi e non il contrario; qualcosa di innato che ci caratterizza e ci contraddistingue gli uni dagli altri.
C’è chi ama dipingere, c’è chi ama scrivere, leggere, ballare, cantare e via dicendo. Tutte passioni che se ben coltivate possono aprire davanti a noi strade spianate e brillanti, più o meno.
Ognuno di noi guarda alle passioni dell’altro come con distacco; qualcosa che possiamo vedere soltanto dall’esterno, come brillante e piena di luce.
Ma per quanto brillante possa apparire qualcosa ai nostri occhi, dall’altra parte, siamo a conoscenza di tutto ciò che succede al di là della bellezza? O dei meriti o della soddisfazione finale? Abbiamo idea di cosa può nascondersi dietro ad un mondo così bello, audace e grintoso?
“Sei stato bravissimo, hai una passione innata, continua così e ce la farai, arriverai lontano, non fermarti mai”.
Parole bellissime senza ombra di dubbio… ma quando ci voltiamo e andiamo via dopo esserci complimentati, il ricevente di tanto incoraggiamento cosa pensa effettivamente?
Cosa fa? Ne è davvero felice?
Come quando decidiamo di andare a cena fuori e la serata fila liscia; e noi, clienti super soddisfatti, che una volta terminato il pasto paghiamo felici tornando a casa con le voglie finalmente placate.
Una cena impeccabile, dal primo al dessert, e tutti possiamo essere felici. E non importa quale giornata importante segni il calendario, se sia un giorno qualunque o se sia il giorno di Natale; avremo quello che desideriamo, una cena fuori senza muovere un dito se non per prendere il portafoglio alla fine della sera. E ci mancherebbe altro.
Dietro tutto questo però c’è un mondo parallelo fatto di ansia, nervosismo, stress, fatica, testa vuota e pesante, sonno e malinconia…
Pasti veloci tra una comanda e l’altra, quando va bene. Ritmi spesso al limite delle capacità umane.
Un mondo dove chi sta dall’altra parte avrà sempre ragione anche quando avrebbe fatto meglio a restarsene a casa; un posto dove non puoi sbagliare, e se lo fai sei subito fuori, tagliato via dal gioco senza che a nessuno importi.
Sto parlando proprio di loro, i cuochi, figure intramontabili ma che rischiano ogni giorno davvero tanto al contrario di quanto si possa pensare.
La vita degli chef, e questa mansione proprio nello specifico, sono state già analizzate diverse volte da psicologi e psichiatri di tutto il mondo; un mestiere da non sottovalutare.
Verrebbe da dire “per carità, la passione è passione e va seguita”, ci siamo; ma ci siamo chiesti fino a che punto nel valga la pena?